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La leggenda delle Sirene Tarantine

Redazione IAMTaranto - 29 Aprile 2022

Post pubblicato ieri da Saverio Catucci sul Gruppo Facebook Anche Questa è Taranto

Si narra che, ai tempi in cui Taranto era la capitale della Magna Grecia, le sirene furono affascinate dalla città e decisero di costruire il loro castello fatato tra le acque che la lambivano.

In paese viveva una splendida coppia: lei una ragazza dalla bellezza incredibile, lui un pescatore spesso lontano da casa.

A causa della sua assenza, la sua giovane sposa si trovò a cedere all’estenuante corte di un ricco signore locale. In preda al rimorso, confessò tutto al marito, il quale la portò con sé in barca e la spinse in acqua e le diedero il nome di Skuma (Schiuma).

Tempo dopo il pescatore, pentito del suo gesto, tornò in barca nel punto in cui credeva che sua moglie fosse annegata e si mise a piangere. Le sirene lo rapirono e lo condussero davanti alla loro regina, che naturalmente lo riconobbe immediatamente.

Perdonandolo per il suo comportamento, convinse le sirene a lasciarlo in vita, e queste lo ricondussero a riva. Il pescatore capì l’enorme errore commesso e decise di riconquistare sua moglie. Grazie all’aiuto di una fata, riuscì a sottrarla dal castello delle sirene e a condurla vicino alle acque del golfo di Taranto.

Qui la leggenda si fa confusa, ed esistono due diverse versioni della storia. C’è chi dice che i due giovani innamorati riuscirono a tornare a riva e vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni.

C’è chi invece narra di una terribile onda che li travolse, trascinando il pescatore al largo assieme alle sirene, e di lui non si ebbero più notizie.

Skuma, in preda al dolore, decise di farsi suora e chiudersi in una delle torri del Castello Aragonese, che prese il nome di Torre della Monacella.

E le sirene?

Di loro non si seppe più nulla, ma rimangono immortali guardiane del golfo di Taranto, dagli scogli su cui riposano eternamente.

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