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Palazzo Latagliata tra storia, caratteristiche e… curiosità!
Lorenzo Ruggieri - 28 Agosto 2022
Lo scrittore italiano Guido Piovene, nella sua opera Viaggio in Italia, scrisse: “Il meglio della vita di Taranto vecchia è all’aperto, sulla banchina, tra la muraglia delle case e il Mar Piccolo“. Il testo, che secondo D’Annunzio sarebbe dovuto essere d’obbligo nelle scuole italiane, fornisce una descrizione nitida del borgo antico della città ionica. Un resoconto che, a distanza di circa 55 anni, rispecchia la topografia attuale.
Passeggiando sul Mar Grande, tra le strette vie caratteristiche del luogo, ci si può imbattere in un luogo il cui grigiore conferisce un’aria istituzionale. Si tratta di un Palazzo in cui il tempo sembra essersi fermato, così come in tutto il contorno di Taranto vecchia. Parliamo, ovviamente, del Palazzo Latagliata, luogo ricco di storia in grado di descrivere la città dei due mari nel corso dei secoli.
Palazzo Latagliata: la storia
Italia, metà XVIII secolo. Nell’Italia pre-napoleonica, pace e innovazione sono tornate a muovere la penisola. L’illuminismo agita le menti dei più grandi filosofi italiani, mentre al sud la casata dei Borboni continua a dominare sull’Italia meridionale. Proprio ad un sovrano, più precisamente a Ferdinando IV, si deve l’edificazione di Palazzo Latagliata.
Fu lo stesso re, infatti, a conferire alla famiglia Buffoluti il riconoscimento nobiliare, consentendogli dunque di erigere una serie di edificazioni sul suolo pubblico. La famiglia scelse Largo Buffoluto come luogo ideale per la costruzione del Palazzo Latagliata. Affacciato sul Mar Grande, è l’unico edificio a cui è stato consentito di godere di tale posizione, a dimostrazione dell’importanza della famiglia tarantina.
Tuttavia, nel 1799, avvenne un evento che segnò la storia della famiglia. Si narra, infatti, che il Cavalier Giovanni Camillo Buffoluti, in seguito ad una lite per futili motivi, abbia sfidato al duello un ufficiale francese, recatosi nella Taranto ormai divenuta un possedimento transalpino. Durante il combattimento, il nobile tarantino ebbe la meglio, trafiggendo mortalmente il militare con la sua spada. Per evitare ripercussioni, Giovanni Camillo si rifugiò in Grecia, tornando a Taranto solo una volta restaurato il dominio dei Borboni. La sua famiglia, però, cadde in disgrazia. Il Palazzo, dunque, fu venduto alla famiglia Latagliata, da cui oggi prende il nome.
Solo nel 1983, l’edificio divenne di proprietà del Comune, il quale provvide al restauro trasformandolo in sede per gli uffici comunali.
Palazzo Latagliata: l’architettura
Come specificato in precedenza, il Palazzo venne edificato nel XVIII secolo. In quel periodo, dal punto di vista architettonico in Salento dominava il barocco leccese, stile di cui la stessa Taranto è permeata. Contrariamente ai canoni dell’epoca, però, Palazzo Latagliata è privo di una corte interna centrale. Dall’androne di ingresso, formato da volte composite con decorazione a colonne doriche, si apre una planimetria quadrata irregolare.
L’androne e l’ampia scalinata conferisco alla struttura un assetto imponente, perfettamente compatibile con le aspirazioni nobiliari dell’Italia pre-unificazione. Parte delle 15 stanze e dei locali al piano terra che adibivano l’edificio sono stati rimossi in seguito all’ultimo restauro, così come la loggia esterna che scavalcava via Paisiello.
Conformemente allo stile architettonico vigente in quel periodo, la muratura esterna è composta da blocchi squadrati di carparo.
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