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45 anni fa ci lasciava Erasmo Iacovone
Lorenzo Ruggieri - 6 Giugno 2023

Il 1978 è stato un anno controverso e significativo per la storia dell’Italia: dal rapimento di Aldo Moro all’elezione di Sandro Pertini alla Presidenza della Repubblica, dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale alla legge sull’interruzione volontaria della gravidanza. Per la maggior parte dei tarantini, però, quello stesso anno verrà tristemente ricordato per la scomparsa di Erasmo Iacovone.
Molisano di nascita ma tarantino di adozione, Iacovone rappresentava il desiderio di riscatto di un’intera città. Attraverso le sue gesta calcistiche, l’attaccante regalava sogni e aspirazioni ai cittadini ionici. In quella stagione, il Taranto guidato in panchina da Rosati e in campo da Erasmo, si accingevano a disputare il ventunesimo campionato di Serie B della propria storia. Il positivo girone d’andata venne accolto con ottimismo dai sostenitori rossoblù. Le ambizioni di Serie A, però, si infransero bruscamente nella notte tra il 5 e il 6 febbraio del 1978.

Dopo un pareggio interno con la Cremonese, Iacovone decise di salire sulla sua Citroën Dyane per raggiungere a Carpi la sua Paola, in dolce attesa. Nessuno poteva immaginare, invece, come il calciatore stesse andando incontro al suo tragico destino. Sulla Statale 7 ter, all’altezza di San Giorgio Ionico, l’auto di Iacovone incrociò fatalmente la vettura rubata su cui viaggiava il pregiudicato Marcello Friuli. Il calciatore venne dichiarato morto all’età di 25 anni, nel pieno della sua vita e della maturità calcistica.
I tifosi tarantini avvertirono un terribile presagio: Taranto resterà un’eterna incompiuta, una città bella e dannata, come un romanzo dello scrittore francese Francis Scott Fitzgerald. Oggi, la memoria di Iacovone non è conservata solamente nella lapide commemorativa sul luogo dell’incidente o nello Stadio che porta il suo nome. Il suo ricordo è vivo e consistente nella memoria dei sostenitori rossoblù, i quali tramandano alle generazioni future le gesta del loro beniamino e la storia di quel Taranto che fu e che, magari, tornerà ad essere…
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