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L’orchestra Tebaide protagonista al Teatro Orfeo con lo spettacolo “Napulitanà”
Redazione IAMTaranto - 29 Febbraio 2024

Giovedì 7 marzo, alle 21, al teatro Orfeo di Taranto, l’orchestra sinfonica della Tebaide D’Italia,
proporrà lo spettacolo musicale “Napulitanà” nel quale, accompagnata dai tenori del trio Caruso,
farà rivivere l’atmosfera classica napoletana, attraverso canzoni reinterpretate dal maestro Cosimo
Maraglino e il racconto scritto da Raffaella Balestra e interpretato dall’attrice Gisella Carone.
Brani appartenenti alla tradizione musicale partenopea come “’O surdato ‘nnammurato”, “Funiculì
funiculà”, “’A vucchella”, scritto da Gabriele D’Annunzio, “’a Tazze e cafè ” di Giuseppe Cataldo
con musica di Vittorio Fassone, proposti in una veste inedita, si alterneranno alla rappresentazione
di un incontro. Lei entra in scena con una borsa, pronta per partire. Lui, in realtà, le farà vivere
l’emozioni della città partenopea.
“Sarà un particolare omaggio alla musica napoletana – ha commentato Raffaella Balestra,
presidente dell’orchestra Tebaide – con i brani più famosi riscritti in chiave sinfonica. Si tratta di
uno dei generi più importanti che unisce la tradizione dell’opera lirica e fa da ponte con la musica
leggera italiana”.
Centrali in questo lavoro sono i tre tenori del Trio Caruso, ovvero Marco Ferrante, Alessandro
Fortunato e Stefano Sorrentino. Il progetto di questi tre napoletani “doc” è nato dalla passione per la
musica e sorretto da una grande dose di amicizia. Molto famosi all’estero, i tre si sono esibiti
singolarmente in vari teatri europei, interpretando i ruoli più importanti dell’opera lirica. Affianco a
questa attività hanno creato il trio Caruso per omaggiare la musica tradizionale della loro terra.
Stefano Sorrenti sarà anche impegnato in scena come attore. Con lui ci sarà l’attrice e cantante
Gisella Carone, che collabora assiduamente con l’Orchestra Tebaide D’Italia.
“Al centro della storia – spiega Balestra – saranno centrali i sentimenti e soprattutto la parola.
Questa è fondamentale perché la lingua napoletana è meravigliosa, colorata e racchiude una
musicalità innata. Attraverso le parole cercheremo di ricostruire quello che è il mondo
partenopeo”.
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