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Pier Paolo Pasolini e il suo legame con il territorio tarantino
Lorenzo Ruggieri - 5 Marzo 2022
Cento anni fa, il 5 marzo del 1922, nasceva a Bologna uno dei più importanti intellettuali italiani: Pier Paolo Pasolini. Scrittore, attore, poeta e regista, fu in grado di testimoniare pregi e difetti del Bel Paese nel secondo dopoguerra. Brutalmente assassinato nel 1975, le sue opere rappresentano ancora oggi il non plus ultra dell’eccellenza culturale italiana.
Quando nel 1959 percorse lo Stivale a bordo della sua Fiat Millecento, Pasolini descrisse così Taranto: “Una città perfetta. Viverci è come vivere all’interno di una conchiglia, di un’ostrica aperta. Qui Taranto nuova, là, gremita, Taranto vecchia, intorno i due mari, e i lungomari”. La sua narrazione, racchiusa nel reportage “La lunga strada di sabbia”, ci riporta ad una Taranto dominata dallo spettacolo della natura, priva dell’inquinamento odierno. L’Ilva non era ancora stata inaugurata, dando a Pasolini l’immagine di una città immersa nel verde e circondata dal mare cristallino.
Otto anni prima, nel marzo del 1951, l’allora ventinovenne Pasolini visitò Massafra e ne apprezzò lo stile in un articolo per “Il Quotidiano”: “Non c’è nulla in questo paese, … che incrini la purezza dell’architettura, che si è stratificata casa per casa, vicolo per vicolo, intorno alle cattedrali. È una tettonica pura, al suo stato naturale: il tempo in un dato anno, o secolo, si è fermato, e la città si è serbata fuori di esso, fossile e incorrotta”. Come ha ricordato il vicesindaco Domenico Lasigna in una nota inviata a ViviWebTv, non a caso il regista scelse proprio Massafra come scenario per il suo film “Il Vangelo secondo Matteo”. In quell’occasione, la città tarantina funse da “controfigura” di Cafarnao ma, come dichiarato dal vicesindaco: “Massafra continua a preservare il suo fascino, in particolar modo nella sua parte antica”.
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