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Il Ponte Girevole tra storia, curiosità e singolarità

Lorenzo Ruggieri - 9 Marzo 2022

Il Ponte Girevole rappresenta una meta fissa per i turisti e per i tarantini stessi. I primi, infatti, notano in esso una peculiarità del nostro territorio, una perfetta espressione delle meraviglie architettoniche offerte dal Sud Italia. Per gli abitanti della città ionica, invece, il Ponte offre l’unica catena di collegamento via terra tra Città Vecchia e Borgo Nuovo. Quasi un’allegoria dei due volti della città: da una parte il passato incontaminato di Taranto; dall’altra, pochi metri più in là, l’innovazione e il progresso.

In pochi, però, conoscono la vera storia dell’emblema tarantino. IAMTaranto vi offre la possibilità di riviverne i trascorsi, dagli albori fino all’attuale struttura che regge gran parte del traffico cittadino.

Ponte Girevole: dalle invasioni turche fino alla prima struttura in legno

La storia del Ponte è strettamente legata a quella del Castello Aragonese. Un tempo, infatti, la città era unita da un istmo proprio dove sorge attualmente il Ponte di San Francesco da Paola. Nel 1480, però, i Turchi assediarono Otranto e giunsero fino alle porte di Taranto. Al fine di scongiurare un possibile attacco al Castello Aragonese, Federico I D’Aragona decise di abbattere questa lingua di terra, separando l’acropoli della città dal centro abitato.

Questo primo canale navigabile, dunque, presentava sponde irregolari e un diametro molto ristretto. Il passaggio, quindi, risultava probatorio per le possenti imbarcazioni Turche. Per più di quattro secoli, la città mantenne questa intelaiatura.

Con l’avvento della seconda rivoluzione industriale, però, subentrò la necessità di allargare il canale, consentendo la navigazione anche a navi più poderose. Nel 1882 iniziarono gli studi per la costruzione di un Ponte, conclusi cinque anni più tardi con la creazione del Ponte Umberto Cataldo. La struttura, intitolata all’allora sovrano Umberto I e a San Cataldo, fu progettata dall’ingegner Giuseppe Messina e realizzata dall’impresa industriale italiana di Alfredo Cottrau di Castellammare di Stabia.

Il Ponte misurava ben 67 metri di lunghezza ed era costituito da un grande arco a sesto ribassato in legno e metallo. Esso muoveva le due braccia, tra loro indipendenti, grazie a delle turbine idrauliche alimentate da un grande serbatoio posto sull’adiacente Castello Aragonese. L’inaugurazione avvenne il 22 maggio del 1887, alla presenza del Comandante del Dipartimento Marittimo Ferdinando Acton e con la benedizione dell’arcivescovo di Taranto, Pietro Iorio.

Il Nuovo Ponte Girevole: tecnica e peculiarità

Come ben noto, Taranto fu vittima di un brutale attacco aereo britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo causò gravi danni all’architettura della città e, con l’avvento della Repubblica, i governi democristiani iniziarono a riflettere sulle modifiche da apportare al capoluogo ionico.

Il 18 agosto del 1957, infatti, iniziarono i lavori di demolizione del vecchio Ponte Girevole, il quale fu sostituito prontamente da una nuova struttura ben più portante e sicura. Il 10 marzo 1958 venne presentato al pubblico il Ponte di San Francesco da Paola, sotto lo sguardo del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Progettato dalla Società Nazionale delle Officine Savignano, esso presenta un’ossatura in metallo realizzata dai Cantieri Navali Tosi di Taranto. La lunghezza del ponte venne allargata, fino a raggiungere gli 89,9 metri, così come la sua larghezza, pari a 9,3 metri. Inoltre, la novità riguardava la sua movimentazione, azionata non più dalle turbine ma da parti elettromeccaniche.

Proprio la rotazione del ponte rappresenta una peculiarità unica al Mondo: essa, infatti, avviene ruotando le due braccia un lato in modo alternato. Dapprima si sposta quello più vicino all’Isola ed in seguito quello collegato alla Città Nuova.

Le operazioni di apertura e chiusura durano all’incirca venti minuti e vengono condotte dall’interno di due cabine di pilotaggio situate nei pressi di ciascun semiponte. Quattro operai, invece, controllano il corretto funzionamento dei dispositivi automatici, pronti ad intervenire in caso di avaria degli stessi. Il Ponte è intitolato non a caso a San Francesco da Paola, protettore delle genti di mare.

Ponte Girevole: gli orari di apertura

Da sempre posto sotto l’egida della Marina Militare, gli orari di apertura del Ponte Girevole si sono depauperati con il passare degli anni. Fino all’ultimo decennio del secolo scorso, il Ponte allargava le proprie braccia per ben tre volte al giorno: alle 5, alle 14 e alle 21. Successivamente, il turno delle 14 fu cancellato e quello delle 21 venne spostato alle 24.

Ad oggi, questo straordinario evento avviene con minor frequenza e per poterlo ammirare con i propri occhi è necessario consultare il sito del Comune. Questo è dovuto non solo all’aumento del traffico cittadino ma anche alla decisone della Marina Militare di trasferire le proprie unità navali nella base del Mar Grande. Ad essa, però, sono demandati gli oneri della gestione e delle ristrutturazioni, come quella del 1984 che causò una chiusura del Ponte per diverso tempo. Essa fu però sopperita dalla momentanea disposizione di un ponte di barche attraversabile dai veicoli.

Ponte Girevole: tutti i transiti memorabili

Nel corso della sua storia ultracentenaria, il Ponte Girevole ha visto il passaggio di diverse imbarcazioni monumentali. Durante le due guerre mondiali, la struttura rimase sempre aperta per consentire la celerità delle operazioni militari, creando però non pochi disagi alla popolazione civile. In seguito, il ponte ha accolto tra le sue braccia diverse navi, Cavour e Garibaldi, le quali, dopo aver concluso i propri lavori nell’Arsenale, hanno omaggiato la città tarantina con indimenticabili traversate.

L’evento più singolare, però, avvenne nel 1965. In quell’anno, il comandante dell’Amerigo Vespucci, Agostino Straulino, transitò all’ombra del Ponte ad una velocità pari a 14,6 nodi, contravvenendo ai limiti previsti pari a 3 nodi. L’impresa ebbe un notevole risalto mediatico per la sua difficoltà ma Straulino fu condannato a due giorni di carcere per aver violato le regole. In seguito, fu elogiato dalla stessa Marina Militare per l’eroica azione.

La traversata dell’Amerigo Vespucci di Straulino (Fonte: Sportmemory)

Il Ponte Girevole nella cultura di massa

“Non balena sul Mar Grande né tuona/ Ma sul ferrato cardine il tuo Ponte/ gira e del ferro il tuo Canal rintrona/ Passan così le belle navi pronte/ per entrar nella darsena sicura/ volta la poppa al jonico orizzonte”. Con queste parole, Gabriele D’Annunzio salutò la città di Taranto ed il Ponte Girevole nella sua opera “Laudi del Cielo del Mare della Terra e degli Eroi”. La spettacolarità e la bellezza della struttura venne dunque apprezzata anche dal Vate, in una composizione in cui è racchiuso il meglio dell’edonismo dannunziano.

Nelle pellicole cinematografiche, il Ponte trova una prima effigie nel film “La nave bianca“. Quest’ultimo, interamente girato a Taranto nel 1941, venne diretto da Roberto Rossellini, sotto la supervisione di Francesco de Robertis. Esso appare anche in “Sipario ducale” (Volponi, 1975), in cui però la città ionica funge da controfigura dell’Urbino del 1969. Ultima, in ordine cronologico, la comparsa del Ponte di San Francesco in “6 Underground” di Michael Bay, ambientato a Beirut nel 2018.

Rappresentazioni che avvallano il carattere unico ed inimitabile della struttura, contribuendo ad accrescere la fama e la reputazione della città tarantina.