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I Riti a Taranto, la lunga attesa sta per finire… Il Commissario e il Priore: “Questa è la Nostra Settimana Santa, la Rinascita!”
Massimiliano Fina - 6 Aprile 2022
I Riti della Settimana Santa a Taranto stanno per entrare nel vivo: le processioni del Giovedì e del Venerdì Santo pronte a ripercorrere le vie della nostra amata città.
Abbiamo intervistato in Esclusiva su IAMTaranto.it, il Commissario Arcivescovile della Confraternita di Maria SS Addolorata e San Domenico, Giancarlo Roberti e il Priore dell’Arciconfraternita Maria SS del Carmine Antonello Papalia.
Cosa si intende per “essere confratello”?
G – Essere confratello è una cosa importante ma nello stesso tempo particolare. Per tanti di noi e soprattutto per molti ragazzi è uno stile di vita perchè per essere confratello devi credere in dei valori in primis quelli cristiani. Poi si deve guardare anche la famiglia in cui è cresciuto e in particolare quello che la sua famiglia gli ha trasmesso.
A – La domanda seppur così semplice genera una risposta di talmente così ampio respiro da non poter essere contenuta in un’intervista. Provando ad essere sintetici, essere Confratello del Carmine è una grande responsabilità ed un grande onore. Grande responsabilità perché entrati oramai da un ventennio nel terzo millennio il Confratello del Carmine ha il dovere di perpetuare tutto ciò che i nostri padri ci hanno tramandato, la devozione alla nostra Titolare e Regina, la Madonna del Carmine, le nostre Tradizioni Popolari, non solo quelle della Settimana Santa, che da secoli sono le stesse e svolte con lo stesso zelo e lo stesso decoro e l’opera di evangelizzazione che le Confraternite svolgono quotidianamente, nel silenzio, a beneficio del territorio dove sono ubicate, attraverso gesti apparentemente semplici ma diretti come le Processioni e le forme di Liturgia Popolare. Grande Onore perché nel vortice di una società volta all’estremo consumismo e alla cancellazione di ogni valore a beneficio del “tutto e subito”, diventare confratelli, dopo un lungo corso di noviziato, è un segno distintivo di decoro e appartenenza che ogni Confratello sente marchiato a fuoco sul cuore e che arriva da secoli immutato.
I giovani sono ancora attratti dai valori della confraternita?
G – Sicuramente si. Prova è che in questi anni nei due sodalizi maggiori della nostra città, e mi riferisco all’Addolorata e al Carmine, sono stati numerosi i giovani che hanno frequentato il corso di noviziato. Stiamo parlando di ragazzi di appena 16 anni. Loro sono il futuro delle nostre confraternite e la continuità delle nostre tradizioni.
A – Basta passare nei nostri Saloni e nella nostra Segreteria ogni sera, basta guardare le domande di ammissione al Sodalizio presentate ogni anno da giovani che hanno appena compiuto i sedici anni, basta vedere il numero di ragazzi che, in abito di Rito, partecipano ad ogni evento liturgico della Confraternita per dare una risposta più che affermativa a questa domanda.
C’è tanto fermento a seguito della lunga attesa, ma le regole e le disposizioni da rispettare potrebbero creare non pochi problemi, come vi state preparando?
G – Innanzitutto siamo tutti contenti di poter ritornare a fare le nostre secolari e tradizionali processioni. Ci siamo messi alle spalle due anni bui purtroppo, che ci hanno cambiato sia nell’animo che nelle cose materiali che eravamo abituati a fare. Indubbiamemte i due anni di vuoto dei nostri riti hanno creato molto fermento in tutti i confratelli che finalmente hanno potuto respirare l’aria di settimana santa a cui erano abituati (incontri in gruppi in varie parti per prendere decisioni sui simboli su cui “gareggiare”). Noi non abbiamo abbassato del tutto la guardia riguardo la pandemia che comunque continua a circolare in mezzo a noi, mantenendo i protocolli e le disposizioni in vigore.
A – La Confraternita è pronta ad organizzare ed a svolgere i tradizionali Riti della Settimana Santa dopo due anni di “silenzio”. E’ naturale che, per ragioni note a tutti, ci saranno da rispettare i regolamenti in vigore poiché la pandemia di Covid non si spegne con un interruttore e fa parte ancora delle nostre vite. Ma è talmente tanto il bisogno di ritornare a fare quello che siamo e quello che amiamo che, seppur dovesse esserci qualche comportamento in più al quale adeguarci, saremo ben lieti di confrontarci con le Autorità preposte, in modo da ascoltare tutti e fornire suggerimenti ed eventuali proposte, volti sempre al bene dei Riti e per la salute dei nostri Confratelli.
Tenendo conto delle difficoltà ed il breve tempo a disposizione per attuare al meglio l’organizzazione dei riti e, considerando che nelle ultime settimane sul nostro territorio si registra un aumento dei casi di positività al covid-19, si è anche pensato di rinunciare alle processioni?
G – Non abbiamo pensato di rinunciare. Abbiamo pensato sicuramente ad organizzare al meglio le processioni e tutti gli eventi che la confraternita fa durante il periodo quaresimale e nella settimana maggiore tarantina. In verità, diciamocelo sotto voce, abbiamo iniziato l’organizzazione per le processioni (e coinvolgo anche la congrega del Carmine) già da qualche tempo “sperando” di avere l’OK della C.E.P. (consiglio episcopale pugliese) per il ritorno delle manifestazioni esterne e della pietà popolare. Cosa che poi è avvenuta a metà marzo.
A – No assolutamente, come lo scorso anno abbiamo organizzato in forma ridotta i nostri Riti, nel rispetto di ogni misura di sicurezza, nonostante il periodo fosse per la nostra città molto più buio di oggi, così quest’anno non abbiamo pensato un attimo di rinunciare alle Processioni perché fortemente convinti che tutto possa organizzarsi in piena sicurezza e nel rispetto della salute pubblica.
In questi due anni di pandemia, i mancati introiti per la non effettuazione delle aste, hanno avuto ripercussioni sulla vita amministrativa delle confraternite? In questo periodo di pandemia per il Covid-19 la Confraternita cosa ha fatto?
G – Preciso che le “Aste” per noi confratelli è l’assemblea straordinaria per l’aggiudicazione dei simboli. Tengo a precisarlo perchè sono libere offerte dei confratelli. Sicuramente il non fare la gara ha creato più di qualche difficoltà al sodalizio. In soccorso c’è sempre stata la Provvidenza Divina che ci ha fatto andare avanti lo stesso pur se il cammino è stato sinora tortuoso. Siamo stati molto più oculati nelle spese (non che prima non lo fossimo) e nella gestione generale della confraternita spendendo per ciò che era necessario. Abbiamo donato dei caschi CPAP al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Moscati di Taranto per la lotta contro il Covid. Ma aggiungo orgogliosamente che próprio nel periodo di maggiore difficoltà economica le nostre due opere di carità il C.A.S.A e il Sant’Anna hanno incrementato il loro aiuto alle persone e famiglie bisognose sostenendoli ancor di più. E qui devo fare un particolare ringraziamento a quei confratelli e consorelle che hanno fatto donazione di derrate alimentari per il C.A.S.A., che puntualmente sono state consegnate ai poveri e alle famiglie in difficoltà. Solo per dare dei numeri, siamo passati da una cinquantina di famiglie prima della pandemia a circa 200 durante e post pandemia. Un grazie d’obbligo va fatto ai confratelli, consorelle e volontari che hanno dato una grossa mano sia in quel momento particolare della nostra vita e sia in questo momento.
A – E’ naturale che un mancato introito come quello delle “gare” abbia pesato sulle casse confraternali. Nell’ottica della gestione del buon padre di famiglia sono state ridotte al minimo indispensabile tutte le spese garantendo tutte quelle ordinarie ed accantonando, provvisoriamente, quelle straordinarie. Sono state sostenute spese con offerte a titolo personale effettuate dai membri dei consigli di amministrazione e mi emoziona pensare che, lo scorso anno, nonostante i Riti non fossero preceduti dalla gara e fossero svolti in forma ridotta all’interno della Chiesa del Carmine, molti Confratelli, in modo spontaneo, hanno donato al Sodalizio somme in danaro per permettere comunque l’incasso di offerte. Dal 2020 le attività confraternali, quelle che era possibile svolgere nonostante la pandemia in atto e le conseguenti restrizioni, sono andate avanti regolarmente. Naturalmente per molto tempo è stato impossibile che ogni attività in presenza si potesse tenere sia nei nostri saloni che nella nostra “casa” vale a dire nella Chiesa del Carmine, ma per quanto nelle possibilità del Sodalizio non è stata mai fatta mancare la carità e l’assistenza ai fratelli più bisognosi che, proprio in un periodo difficile come quello segnato da un’epidemia pandemica, avevano più bisogno di un gesto di aiuto. Sono state effettuate raccolte di beni di prima necessità donati, per fare un esempio, anche dai complessi bandistici che prestano il loro servizio durante la Processione dei Misteri e sono stati donati, nel periodo di maggior bisogno, caschi CPAP al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Moscati di Taranto impegnato nella lotta contro il Covid. E’ proseguita senza sosta l’attività della mensa per i poveri gestita dal nostro sodalizio. Man mano che poi, le restrizioni si sono allentate, l’attività liturgica e tradizionale dell’Arciconfraternita è tornata ad essere organizzata permettendo, visto contingentamenti e restrizioni, tramite streaming e dirette video che le stesse potessero essere fruite dal maggior numero di fedeli e devoti, un esempio I Riti della Settimana Santa 2021.
Quali sentimenti ruotano intorno alla Settimana Santa dopo alcuni anni di attesa. Si respira un’aria diversa rispetto al solito?
G – Beh rispetto ai due anni precedenti sicuramente si. Siamo tornati a prima della pandemia ovvero al 2019 quando ci si preparava per poter partecipare alla Settimana Santa e alle processioni. Lo spirito è quello di un rinnovato sentimento di fede accompagnata da tanta speranza e attesa per l’eventuale aggiudicazione di qualche simbolo da parte dei confratelli. La cosa bella di questi tempi è vedere i confratelli giovani che fanno la loro prima esperienza magari consigliandosi con i genitori, anch’essi confratelli o con confratelli più esperti e/o anziani. Questa è LA NOSTRA SETTIMANA SANTA. Approfitto per formulare a tutti una santa e serena Pasqua di resurrezione.
A – Beh, è naturale che, dopo due anni di assenza i Riti sono attesi da ogni parte in maniera “forte”, passionale, emozionale. E’ come una rinascita, non avveniva dalla seconda guerra mondiale che i Riti subissero uno stop. Oggi c’è fermento tra i Confratelli, nei Consigli di Amministrazione, tra gli appassionati per il ritorno in strada delle nostre amate Processioni. Il mio augurio è che questo fermento, questa passione, questa attesa ci sia anche nella nostra città, che sia proprio la città intera da Giovedì Santo ad abbracciare i suoi “perdoni” nelle strade, tutti dovrebbero pensare a non lasciare sole le nostre Processioni nemmeno per un attimo affinché le nostre preghiere per la pace siano ascoltate e affinché non si verifichi più che le strade della nostra città, nei giorni dei Riti, nei giorni più belli dell’anno in cui l’identità della nostra città più viene affermata, siano desolatamente vuote e silenziose come è accaduto negli ultimi due anni.
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