Questo sito web usa cookie per offrirti una migliore esperienza di navigazione. I cookie sono salvati nel tuo browser e salvano le tue abitudini di navigazione per aiutarci a capire come rendere più interessante e utile la tua esperienza.
Tempo di lettura: 2 min.
Torre dell’Orologio: dove il tempo sembra essersi fermato
Lorenzo Ruggieri - 11 Settembre 2022
Pensando al tempo, immaginiamo subito un movimento continuo, un moto perpetuo di eventi e circostanze. Tuttavia, nel Borgo antico di Taranto, è presente un edificio che sembra rappresentare la staticità del tempo. Il suo nome è Torre dell’Orologio, una costruzione a cui il poeta e commediografo tarantino Diego Marturano ha persino dedicato una lirica, denominata appunto ” U relogge d’a Chiazze“. L’opera, interamente in dialetto tarantino, descrive perfettamente l’importanza e la centralità della Torre nella vita quotidiana dei cittadini. Su una delle due torri è stata posta una targa recante due quartine dell’opera del Marturano.
Torre dell’Orologio: la storia
I documenti ufficiali attestano la costruzione della Torre nel XVIII secolo. In realtà, le sue origini sono riconducibili addirittura al Medioevo. L’edificio attuale, infatti, sorge su una struttura databile all’età di mezzo. Quando, verso la fine del 1800, vennero abbattuti gran parte dei complessi del Medioevo per impulso d’odio verso quel periodo, la Torre dell’Orologio rimase l’unico monumento significativo rimasto in Piazza Fontana.
La sua posizione strategica ha reso la Torre uno dei simboli di Taranto. Essa, infatti, sorge nel bel mezzo del Borgo antico, in un luogo di notevole importanza per la città dei due mari.
Nel 1983, l’amministrazione comunale salvò la Torre, ormai a rischio crollo, con un accurato intervento di restauro, ad opera dell’architetto Franco Blandino. I lavori non incisero sulle tipicità della struttura, andando bensì a preservarne il valore culturale e architettonico.
Torre dell’Orologio: le caratteristiche
All’epoca della sua edificazione nel 1700, la Torre dell’Orologio era priva del corpo poligonale avanzato e della cuspide campanaria. Il primo venne realizzato nel 1799, mentre la seconda è da datare intorno ai primi anni del secolo successivo. La campana più piccola, infatti, risale al 1756, come dimostra la scritta “Sancta Maria ora pro nobis. A.D. 1756”. Quella più grande venne aggiunta nel 1818 per volontà dell’allora sindaco Cataldo Carducci.
Tipici del Settecento sono, invece, i motivi ornamentali della facciata, composti da formelle ottagonali e conchiglie. Verso la fine del XIV secolo venne costruito l’orologio meccanico, tutt’ora in funzione, dal quale l’edificio prende il nome. Esso venne realizzato dagli artigiani napoletani della ditta E.O. Caccialupi.
TAG:
Ti è piaciuto questo articolo?
Sostienici