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Taranto Vecchia: la storia di Palazzo d’Ayala Valva
Redazione IAMTaranto - 3 Giugno 2023
Percorrendo via Paisiello, denominata anticamente via delle Fogge, per le cisterne esistenti in ogni palazzo di questa strada, si erge Palazzo d’Ayala Valva di epoca settecentesca, costruito per voler
di Ignazio Marrese della nobile famiglia dell’aristocrazia francese, giunta a Taranto con i Normanni.
Il blasone della famiglia simboleggia uno scudo nobiliare su fondo azzurro con un leone rampante.
Questa famiglia era soprannominata Cefali di Marrese, poiché il palazzo era prospiciente la zona
destinata alla pesca dei cefali.
Il sontuoso edificio di tre piani superiori, tre sotterranei ed uno interrato, si affaccia sul Mar
Grande mediante il bastione Marrese. I piani superiori erano composti da trenta stanze pregiate
da dipinti e affreschi ed i saloni anche da soffitti lignei a motivi floreali di fattura di notevole valore
con i pavimenti in maiolica decorata. I piani inferiori invece erano adibiti ad alloggi di servizio,
magazzini e stalle.
I due prospetti si presentano differenti forse per la diversità dell’esposizione con un ampio portale
e nell’androne si erge una scala di rappresentanza a tenaglia che porta ai piani nobili. Nel 1740 Francesca Antonia Marrese sposa Don Francesco Saverio D’Ayala Valva e il Palazzo Marrese diventa Palazzo D’Ayala Valva. Negli anni successivi subì varie ristrutturazioni fino a quando nel 1880 l’erede Conte Roberto d’Ayala Valva non decise di venderlo ad un avvocato Matteo Pagliari di Massafra che morì solo tre anni dopo.
Da questo momento inizia il declino di questa prestigiosa infrastruttura, tutelata dalla Soprintendenza, rimasta in totale abbandono. Tante volte sono state presentate progettazione per il suo recupero e forse oggi si comincia a sperare nuovamente visto che fa parte del piano di interventi “Isola Madre”, approvato dal Ministero della Cultura, che prevede il finanziamento di 15 grandi progetti per la rinascita della Città Vecchia, tra cui il recupero appunto di Palazzo D’Ayala per circa 7 milioni di euro.
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