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Una Tarantina: “Visto tanta rassegnazione. Ecco cosa farei per migliorare Taranto…”
Redazione IAMTaranto - 9 Giugno 2023

Nella giornata di ieri sulla nostra pagina Instagram abbiamo lanciato un sondaggio: “In cosa deve migliorare Taranto?”. E tra le tante risposte ricevute, abbiamo deciso di farci una chiacchierata con Sara:
Perché hai lasciato Taranto? Nel 2014 per l’università, precisamente giurisprudenza. Non ho deciso di andarmene senza aver dato una possibilità alla nostra università ma, all’epoca dei famosi orientamenti, diciamo che gli stessi professori non sono stati così “accoglienti” nei confronti delle possibili prossime matricole. Così ho deciso di trasferirmi prima a Siena, dove ho concluso anche con una tesi proprio sul caso Ilva, e poi ho continuato i miei studi a Roma.
Come hai visto Taranto negli anni? Diciamo che durante l’università capitava di poter stare anche qualche mese a casa, non avendo notato veri e propri cambiamenti. Una cosa che mi ha sempre scoraggiata è notare questa costante rassegnazione, come se nella nostra città non si potesse ottenere qualcosa di bello o, peggio, non ce lo meritassimo. E questo pensiero sulla città si è trasformato nel tempo in vere e proprie convinzioni sulle condizioni di vita di alcuni miei amici rimasti a Taranto. Invece, post pandemia (io sono potuta tornare a casa solo nell’estate del 2020), ho visto una situazione ogni volta peggiorata. Se prima potevo girare tranquillamente per strada da sola, ora ho veramente paura. Mi è capitato anche in due giorni di subire 4-5 cat calling, dai più giovani fino ad anziani (in quest’ultimo caso la persona mi stava proprio per fermare), da sola o anche in compagnia di altre ragazze. E ogni volta che ne ho parlato con altri tarantini, mi sono sentita dire “Non reagire che fai peggio”. Per non parlare della condizione della città, tra le strade e i parcheggiatori abusivi.
Cosa faresti per migliorare la città? Bisognerebbe mandare un’intera città in terapia. Bisogna incominciare ad incentivare una nuova mentalità sulla concezione che abbiamo sulla città. Abbiamo degli eventi importanti? Non possiamo più pensare a quanti soldi sono stati “sprecati”, al fatto che comunque ci saranno delle cose negative… Bisogna puntare a farci riavvicinare al bello e ad apprezzarlo. Puntare sui giovani, non perché rimanghino per forza a Taranto, ma perché siano ammaliati dalla bellezza che vi è intorno. Educarli al rispetto del bello, perché solo così potranno avvicinarsi al bello delle persone (e a non considerarle oggetti). Quindi eventi, mostre, concerti, qualunque cosa in tal senso deve essere incentivata! Incentivare tanto lo studio. E poi, questione mezzi. Parliamo di come arrivare in città: io non posso perdere mezza giornata (se va bene) per tornare a casa spendendo anche 50 euro e dovendo fare necessariamente una fermata (treno Bari, aereo Bari o Brindisi). Molto spesso non sono potuta tornare a casa per questo problema. Invece i mezzi in città sono obsoleti. Ad esempio, nonostante io utilizzassi la stessa applicazione per i mezzi sia a Roma che a Taranto, in quest’ultima ho avuto mille difficoltà anche per vidimare il biglietto, dovendomi persino scusare con il controllore perché volevo, giustamente, evitare una multa, di un pullman che anche in pieno centro passa una volta sì e dieci no. Abbiamo bisogno di una vera ondata di luce, che in parte già vedo, anche se da lontano, ma che ha bisogno di essere alimentata giorno dopo giorno, in un contesto positivo e proficuo.
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