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Libreria Mandese: una casa editrice tra storia, cultura e tradizione

Lorenzo Ruggieri - 25 Aprile 2024

Nell’epoca della digitalizzazione, i libri hanno conservato il loro fascino intramontabile. Milioni di persone, ogni giorno, decidono di immergersi nelle loro pagine, lasciandosi trasportare da una corrente di emozioni, spesso per sfuggire alla monotonia quotidiana. Per anni, il “tempio” dei lettori tarantini è stata la libreria Mandese, la cui sede in via d’Aquino ha rappresentato il crocevia per centinaia di concittadini, un’autentica agorà culturale.

Nonostante la storica libreria abbia vissuto alcune vicissitudini in tempi recenti, la “Casa del libro” è tutt’ora sinonimo di qualità e convenienza, una garanzia per ogni appassionato di letteratura.

La storia della libreria Mandese

Il primo capitolo della storia della libreria Mandese, però, è ambientato in Campania, dove cresce Nicola, capostipite della famiglia editoriale. Sul finire del diciannovesimo secolo, però, vive la prima di tante sliding doors che accompagneranno la sua fortunata e rosea attività. Nicola, infatti, decide di trasferirsi a Taranto, dove inizia a lavorare per la casa editrice Utet. Ambizione, visione e spirito d’iniziativa, però, sono ben radicate nello spirito del signor Mandese, il quale entra in contatto con Pietro Acclavio, politico e personaggio culturale di spicco della città dei due mari (a cui è oggi dedicata la biblioteca in Via Dante).

L’amore di Nicola per la cultura e la letteratura viene tramandata al figlio Antonio. Quest’ultimo, infatti, inaugura la “Casa del Libro“, inizialmente ubicata in via de Cesare. Solo nel 1936, infatti, la sede viene trasferita in via d’Aquino, dove non fatica ad imporsi come centro letterario e culturale di spicco. A cavallo tra le due Guerre Mondiali, infatti, la creatura di Antonio ha ospitato i discorsi e le idee di poeti e scrittori, tra cui Riccardo Bacchelli e Ignazio Butitta.

Casa del Libro (Fonte: Change.org)

La Casa del Libro in anni recenti

Gli anni passano, le generazioni si susseguono ma la fiducia dei tarantini nei confronti della “Casa del Libro” non si attenua. Tuttavia, come in ogni romanzo che si rispetti, gli scenari mutano e i protagonisti sono costretti a fronteggiare diversi “antagonisti”. In questo caso, però, non è una persona a minacciare lo status quo, bensì la quarta rivoluzione industriale. La digitalizzazione ha messo in crisi il mercato della carta stampata, a favore di servizi più rapidi e facilmente raggiungibili.

Ecco perché, recentemente Gianfranco Mandese, erede della “Casa del Libro” insieme al fratello Nicola, ha annunciato la chiusura della storica sede in via d’Aquino. Le ragioni sono da ricercare nell’avanzare dell’età anagrafica di Gianfranco e Nicola, rispettivamente 78 e 74 anni, e nello sviluppo dell’editoria on-line, a discapito delle librerie più datate come quella dei due fratelli. Una scelta presa a malincuore, dettata dalle rigide e fredde leggi dell’economica, nel bene o nel male insensibili al romanticismo e alle tradizioni.

Fine della storia? Nemmeno per sogno. La “Casa del Libro” vanta una sede in via Liguria, tutt’altro che anacronistica e antiquata. Un sito web facilmente consultabile, spedizioni rapide e un’offerta sempre più ricca e variegata contribuiscono a non affievolire il successo di una delle case editoriali più importanti del Meridione. Spetta alle nuove generazioni, invece, preservare il sapore e l’emozione di un bel libro…