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Piazza Castello, una piazza inclusiva
Emiliano Fraccica - 20 Aprile 2022
Piazza Castello non dobbiamo immaginarcela com’è oggi. Qualche centinaio d’anni fa infatti avremmo visto un agglomerato di case ed edifici, al posto dello slargo odierno. Ogni tanto da qualche spiraglio si sarebbe intravisto il Castello o la Casa del Capitano, e l’impatto scenografico sarebbe stato indubbiamente notevole.
Oggi, dopo diversi abbattimenti, la situazione è ben diversa ma non meno affascinante: in uno degli scorci più belli di Taranto coesistono millenni di storia e parti vitali della città.
Innanzitutto le Colonne Doriche, testimoni immutabili che dal VI secolo a.C. tengono d’occhio il Borgo Antico; poi il Castello Aragonese, fortezza dal severo splendore, coetaneo di un’America appena scoperta; il Palazzo di Città, finito di costruire nel 1869 e sede del Comune, che sorge sull’area su cui insisteva la Casa del Capitano, luogo in cui dimorava il governatore militare della città.
Ma Piazza Castello è anche di più. Non solo “imbuto naturale” che confluisce verso il Ponte Girevole, non solo porta d’accesso per la misteriosa via Duomo o punto d’arrivo di chi si inerpica dal Pendio La Riccia. È un crocevia tra il nuovo e l’antico, una commistione dove convive la storia di Taranto in un’esposizione a cielo aperto disordinata ma incantevole.
A rendere il tutto più magico ci pensano i tramonti, che pennellano d’arancione ogni angolo dello squarcio e possono essere ammirati dalle panchine arcobaleno installate recentemente sul lungomare: un’altra dimostrazione dell’inclusività di una piazza che ospita, senza sforzi e senza subirne una qualche soggezione, quasi tre millenni di storia della nostra Taranto.
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