sabato 5 ottobre 2024
stónnə 21°, ste’ ‘u sólə

Logo

Tempo di lettura: 3 min.

La Chiesa di San Pasquale, immersa tra cultura e religione

Lorenzo Ruggieri - 12 Maggio 2022

Taranto, si sa, è una città dai due volti: la città dei due mari, infatti, è ricca di ossimori e contraddizioni, caratteristiche che la rendono unica e speciale. Passeggiando per le vie che rappresentano il cuore pulsante della città, spesso ci si imbatte in luoghi immersi tra il sacro ed il profano. Ne è un chiaro esempio Corso Umberto I, dove tra il MArTA ed il Ponte Girevole sorge la Chiesa di San Pasquale Baylòn.

Quest’ultimo rappresenta un luogo particolarmente caro ai fedeli tarantini, oltre ad essere espressione del passato della città. Nel corso dei secoli, appunto, la Chiesa ha dovuto affrontare difficoltà, incognite e mutamenti che però non ne hanno mai scarnito il valore religioso ed affettivo.

La storia della Chiesa di San Pasquale Baylòn

Le origini della Chiesa di San Pasquale risalgono ai primi anni del XVIII secolo, grazie all’audacia dei frati Alcantarini. A loro, infatti, si deve la costruzione dell’edificio, nonostante le iniziali titubanze del clero locale. Tuttavia, nonostante le difficoltà, i religiosi incontrarono il benestare del re di Sicilia Carlo III di Borbone nel 1747, grazie in particolar modo alla caparbietà di Fra Serafino Carrozzini della Concezione da Soleto.

Il legame tra i reali Borbonici (in particolare grazie alla moglie di Carlo III, la Regina Maria Amalia di Sassonia) e la Chiesa di San Pasquale si denota dalle significative elargizioni personali dei sovrani. La prima pietra venne posta nel giorno di lunedì 2 giugno 1749 e dodici anni dopo, nel 1761 vennero terminati i lavori concernenti il Convento. La Chiesa venne ultimata nel 1794. Il Convento, però, venne sottratto ai frati in pieno risorgimento, nel 1865, divenendo una casa circondariale. Il giardino, invece, passò prima sotto l’egida del Comune ed in seguito alla Marina Militare.

Tuttavia, grazie ancora alla determinazione dei frati, la chiesa rimase dimora dei religiosi e, nel 1881, Padre Giuseppe di S.Filomena da Capurso acquistò dal comune parte del vecchio terreno per edificarci quello che sarà l’attuale convento. Ancora oggi, la chiesa è officiata dai Frati Minori, i quali proseguono diligentemente nella consacrazione del culto di Sant’Egidio Maria da Taranto.

Interni della Chiesa di San Pasquale (Fonte: Chiesa di San Pasquale Baylòn.com)

Chiesa di San Pasquale: la struttura

Come già accennato, la Chiesa di San Pasquale Baylòn ha attraversato diversi secoli e ha subìto altrettante modifiche. Essa, infatti, venne realizzata secondo lo stile tardo settecentesco, venendo ben presto rimodellato secondo gli stili delle varie epoche. Con l’avvento dell’epoca fascista, l’architetto Cesare Bazzani, nome ricorrente in numerose costruzioni della città ionica, sostituì la facciata nel 1937, tutt’ora presente.

Gli interni, invece, presentano fregi in stile roccocò e neoclassico, con una pianta a croce latina a tre navate, lungo le quali si aprono alcuni altari decorati e due cappelle votive: quella sul lato sinistro è dedicata a Sant’Egidio da Taranto, mentre quella sul lato destro è intitolata alla Madonna del Pozzo di Capurso.

Sugli altari sono presenti opere di notevole importanza, risalenti al settecento. Sul maggiore, realizzato in marmi policromi del XVII e proveniente dell’ex-convento di Santa Chiara, troviamo l’Estasi di San Pasquale Baylon, opera di Domenico Carella. Sugli altari laterali sono presenti due altre grandi tele: L’Immacolata Concezione contemplata dai santi Antonio e Bonaventura e Le stimmate di San Francesco e l’estasi di San Pietro d’Alcantara.

La Biblioteca e la Pinacoteca

La Chiesa divenne ben presto un importante centro di formazione per la teologia e le scienza umane. Al suo interno, infatti, è presente un’imponente biblioteca, contenente circa 10000 volumi ed opuscoli, 2 giornali, 15 periodici. I temi spaziano dalla Teologia cristiana, alla Storia dell’Italia Meridionale, passando per la Religione comparata e le Dottrine. Inoltre, qui pare essersi formato anche Aldo Moro, statista, giurista e Presidente del Consiglio durante la IV legislatura.

Inoltre, annessa alla Chiesa vi è anche una Pinacoteca dedicata proprio a Sant’Egidio Maria da Taranto. Il luogo ospita opere risalenti alla scuola Napoletana del 1700. Tra gli artisti maggiormente rappresentativi figurano Francesco Solimena, Corrado Giaquinto e Luca Giordano. Nel museo troviamo anche antichi gioielli donati dalla Regina Maria Amalia di Sassonia. La Regina, infatti, divenne l’ago della bilancia ai fini della costruzione dell’edificio. Si narra, infatti, che la consorte di Carlo III ricevette un miracolo da San Pasquale Baylòn, divenendo particolarmente devota al santo.

Alcune tele della Pinacoteca (Fonte: iltarantino.it)