Questo sito web usa cookie per offrirti una migliore esperienza di navigazione. I cookie sono salvati nel tuo browser e salvano le tue abitudini di navigazione per aiutarci a capire come rendere più interessante e utile la tua esperienza.
Tempo di lettura: 2 min.
Piazza Marconi, tra passato e presente
Roberta Frascella - 4 Giugno 2022
Arrivando da Via Dante per andare verso il centro, potreste non notare, sulla destra, una piazza o comunque non attribuirle troppa importanza o farlo solo alla ricerca di un posto per parcheggiare. Invece, questo posto contiene un sacco di ricordi e di vitalità: benvenuti a Piazza Marconi.
Piazza Marconi si trova al centro di Taranto, strategicamente posta tra via Dante e via Oberdan, proprio alle spalle dell’Ospedale Santissima Annunziata e a due passi dal lungomare.
Anche se molte persone la disprezzano perché non vi sorgono negozi – giusto un piccolo bazar di roba varia e, di fianco, un fruttivendolo e una pizzeria -, la Piazza un tempo era animata perché vi si teneva il mercato, famoso in tutta la Puglia per la varietà dei suoi prodotti.
Questo mercato, nei ricordi delle persone che un tempo l’hanno visto, era frequentato da coloro che non avevano grosse possibilità economiche per i suoi prezzi abbordabili. Mentre nella parte interna si concentravano le bancarelle di frutta e verdura, sull’esterno, lungo via Dante, i pescatori si mettevano a vendere i loro prodotti sempre freschi.
All’epoca esisteva anche un bar, il bar Tacchino, il cui gabbiotto verde oggi non esiste più.
In pochi sanno, tra l’altro, che al di sotto della Piazza sorgono le fornaci di epoca greca, dove si cuocevano i vasi e le statuette ex voto destinate ai templi.
Oggi quest’immagine è lontana e la Piazza appare un po’ degradata, non sempre pulita dai numerosi aghi di pino che continuano a cadere dagli alberi altissimi che la circondano sui diversi lati.
È il luogo in cui molte persone portano i loro cani a passeggiare e a correre, all’interno delle aiuole verdi, ma è anche un posto di socializzazione tra i ragazzi che vivono nel quartiere, che occupano le panchine di pietra caratteristiche, e dove diversi genitori portano i figli a giocare a pallone o in bicicletta.
Pur essendo il più grande polmone verde della città, dopo la Villa Peripato, è stata abbandonata a sé, nonostante qualche anno fa l’amministrazione comunale aveva fatto costruire un bagno all’aperto per i cani.
Sarebbe bello se, sulla scia dei ricordi dello splendore passato, oggi si tornasse a riqualificarla e animarla, in modo da spiccare e riprendere il suo ruolo di protagonista del centro cittadino.
Ti è piaciuto questo articolo?
Sostienici