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Ti racconto una storia… la vita di Donna Pernice e i famosi detti tarantini
Redazione IAMTaranto - 20 Settembre 2021
Tra i personaggi che hanno fatto la storia della vecchia Taranto, non si poteva dimenticare Berenice Maria Boldoni nata a Nocera Inferiore nel 1849, figlia del generale dell’esercito borbonico Luigi Boldoni.
Alcuni amici, universitari tarantini, che frequentano lo stesso salotto nella Napoli Bene, aiutano il generale a combinare il matrimonio della figlia Berenice, di ormai 36 anni, con un orafo tarantino, Don Cataldo Simonetti, scapolone di 47 anni, figlio di Cosimo, capofamiglia dell’oreficeria Simonetti. Aiutano Cataldo a scrivere una lettera d’amore che colpisce profondamente Berenice. Successivamente si reca a Napoli per conoscerla, ottiene il consenso dal generale e dopo un mese convolano a nozze. Il matrimonio viene celebrato a Napoli il 12 settembre 1883 e subito dopo gli sposi tornano a Taranto. Il 27 luglio 1887 nasce Mimì, unico figlio, al quale Berenice si dedica completamente, lo vizia, gli trasmette l’amore per la musica e gli fa studiare pianoforte.
Purtroppo a seguito di un furto subito in oreficeria, la famiglia subisce un tracollo economico e cade in disgrazia, ma donna Berenice non si perde d’animo. Avendo studiato canto, si fa accompagnare al pianoforte dal figlio, si esibisce nei salotti borghesi della città e va a cantare anche in Cattedrale. I parenti napoletani li aiutano come possono, inviando anche dei vestiti ormai fuori moda, ma lei che per i tarantini diventa donna Pernice, indossa senza alcun imbarazzo gonne lunghe, mantelle, cappelli colorati. Anzi cammina a testa alta, soprattutto durante il passeggio della nobiltà non curante dei commenti, risate e pernacchie dei passanti.
Continua ad essere ricordata e nominata dai tarantini, quando si vede una signora vestita in modo eccentrico e fuori dal comune si dice: ‘s’ha vestute come a donna Pernice‘.
L’altro, ‘hè fatte a paste de donna Pernice‘, proviene da un episodio che la riguarda. Un giorno mentre è intenta a preparare il pranzo con la pasta già calata, si ricorda di non essere andata a messa. Lascia tutto e corre in chiesa. Al ritorno scola la pasta ormai scotta e la porta a tavola. Quando si porta in tavola la pasta scotta si dice quel famoso detto.
Berenice rimane legate ai ricordi della casa paterna per sempre e muore a 82 anni nel 1931.
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