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Taranto, muore l’ultimo partigiano ancora in vita: aveva 102 anni

Andrea Chioppa - 21 Marzo 2022

Nella giornata di ieri è scomparso Cosimo Orlando, l’ultimo partigiano ancora vivente in Puglia. Nato il 21 aprile 1919, soldato dell’Esercito italiano durante la Seconda Guerra mondiale, l’8 settembre 1943 – data della divulgazione dell’Armistizio che sancì la fine dell’alleanza dell’Italia con la Germania nazista – si ritrovò con i suoi commilitoni del 90° reggimento di fanteria in ritirata dal Montenegro. Senza ordini, privi di ogni comunicazione diretta con gli alti comandi e con il rischio concreto di essere colpiti alle spalle dagli ex alleati tedeschi, i riparti italiani impegnati sul fronte orientale dovettero affrontare una disastrosa e caotica ritirata. Il tutto con Badoglio e il re che fuggivano lasciando un vuoto di potere e l’intero esercito allo sbando.

Cosimo decise, in quel momento, di non rientrare a casa e di continuare a combattere contro i tedeschi. Tornato in Italia riuscì a nascondersi, ospitato da un famiglia dalle parti di Alessandria. Lì prese i contatti con la Resistenza che operava in Piemonte e fu inquadrato nelle 44° divisione autonoma Patria. Lui stesso raccontava di esserci entrato da volontario, per liberare l’Italia dai tedeschi e dai fascisti. Negli ultimi anni ha avuto la possibilità di partecipare a numerosi convegni e dibattiti soprattutto con gli studenti non smettendo mai di raccontare la sua storia e la sua lotta per la libertà. “La paura di essere individuati dai fascisti c’era sempre, tutti i giorni, ma ho sempre pensato di fare la cosa giusta”, spiegava narrando le sue imprese. Solo dopo la Liberazione, il 25 aprile 1945, fece ritorno a casa ed in seguito fu insignito di due Croci al Merito della Repubblica italiana.

Nella sua Grottaglie era divenuto simbolo e testimonianza viva dell’Italia libera, repubblicana e democratica. Nel 2019 il sindaco, Ciro D’Alò, lo aveva insignito di un’onorificenza in occasione del suo centenario. L’Associazione nazionale partigiani italiani gli aveva consegnato la tessera di socio onorario per benemerenza. Con Cosimo, scompare una generazioni di giovani uomini che lottarono per la libertà e la democrazia. A loro dobbiamo tutta la nostra gratitudine e riconoscenza.

Fonte (ManduriaOggi)