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San Domenico, una perla nella Città Vecchia

Emiliano Fraccica - 3 Aprile 2022

Nascosta, quasi soffocata dall’Istituto Comprensivo Galilei e da Palazzo Pantaleo si erge una delle più belle e antiche chiese di Taranto, quella di San Domenico Maggiore. Il vicoletto davanti a essa non le rende propriamente giustizia, ma il suo splendore sembra stia tornando ai fasti di un tempo grazie a una massiccia opera di ristrutturazione iniziata nei mesi scorsi.

Il suo rosone, le sue scalinate simmetriche affascinano da sempre turisti e non, ed entrandovi si respira veramente un’aria di intimità, data la poca profondità della navata e i pochi passi che separano l’ingresso all’altare.

Completata nel 1360, San Domenico è una chiesa di ordine romanico e sotto di sé ospita i resti di un tempio greco di età arcaica, il sacro che si rinnova come spesso si vede a Taranto. Quattro le cappelle che affiancano la navata centrale, una dedicata alla Madonna del Rosario, una a San Vincenzo Ferrer, una a Gesù Bambino in piedi (detto U’Bammine all’erte), e l’ultima è la casa della Madonna Addolorata, proprio quella che nella notte tra Giovedì e Venerdì Santo discende la preziosa scalinata del XVIII secolo per dare ufficialmente il via a quei riti che ritroveremo quest’anno dopo due anni di silenzio.

Chissà come sarebbe apparso ai giorni nostri il bellissimo soffitto ligneo dipinto: purtroppo la notte di Natale 1964 se l’è portato via con uno dei tanti crolli che ha tristemente interessato la nostra Città Vecchia. Adesso ci sono delle più umili capriate in legno.

Nell’insieme si può dire che San Domenico è una delle chiese a cui i tarantini sono più affezionati, racchiude un sostrato di tradizione e cultura che difficilmente possono essere ignorate da una città, seppur dimentica talvolta delle proprie origini. La speranza è quella di rivedere presto San Domenico tornare a rilucere dopo i lavori, in attesa di riammirarla fra una decina di giorni quando la Madonna uscirà nuovamente da quella soglia per andare a cercare suo figlio.