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Taranto e i suoi misteriosi pittaggi

Emiliano Fraccica - 22 Dicembre 2023

Taranto è una città dove le strade raccontano storie antiche, incise sulla tavoletta del passato. E queste, nel Borgo Antico, erano raggruppate nei misteriosi pittaggi, le quattro affascinanti suddivisioni della Città Vecchia. Il termine “pittaggio” potrebbe trovare le sue radici nel greco “πιττακιον”, che significa “tavoletta”, cioè i supporti su cui erano incisi i nomi delle quattro suddivisioni del Borgo Antico di Taranto, nate dall’intersezione dei due assi viari più importanti dell’isola, più o meno corrispondenti alle odierne Via di Mezzo e Via Nuova. C’è chi invece farebbe risalire il termine latino “pittacium”, il papiro dove si segnavano nascite e morti, matrimoni e malattie, una sorta di anagrafe ante litteram.

La conformazione di Taranto si modifica notevolmente nell’XI secolo, l’età normanno-sveva, e questi quattro quartieri emergono per non sparire sostanzialmente mai più.

Pittaggi Taranto
Foto Taranto Com’Era

Viaggiare tra i pittaggi tarantini è come sfogliare le pagine di un antico e rugato manoscritto. E adesso vediamo quali erano (e rimangono) i quattro pittaggi di Taranto Vecchia.

San Pietro: il pittaggio d’élite

Il pittaggio di San Pietro si affaccia sul Mar Grande, fino ad arrivare all’altezza di Arco Paisiello. Accoglieva la ricca borghesia, la nobiltà tarantina e il clero, quindi si distingueva per essere un rione molto benestante. Palazzi sfarzosi e architettura pregiata, questo pittaggio ospitava il Monastero di San Pietro Imperiale.

Baglio: lì dove riposano i soldati

Il pittaggio Baglio, o del Baglio, si snoda dall’Arco Paisiello a Piazza Castello. Prende il suo nome dalla corte della fortezza aragonese e in questo quartiere prendevano dimora gli alti ufficiali militari del castello, specialmente durante l’occupazione spagnola. La chiesa di riferimento per questo pezzo di isola è quella di Sant’Agostino.

Turripenne: tra corde e Cartagine

Il pittaggio di Turripenne si estende dall’odierna discesa Vasto fino alla Chiesa di San Giuseppe, dando il suo volto al Mar Piccolo. Il suo nome sembrerebbe essere la crasi di “turris Poenorum”, cioè “torre dei Cartaginesi”, un antico edificio che svettava sull’isola. La denominazione potrebbe derivare da una storia intrigante secondo cui Annibale, il condottiero cartaginese, avrebbe da questa torre atteso il segnale per irrompere nella città occupata dai Romani. Questo rione, nel corso degli anni, ha ospitato anche il ghetto ebraico. La popolazione del pittaggio Turripenne era di ceti più umili rispetto a quello di San Pietro e del Baglio, e tra i mestieri più diffusi c’era quello del cordaio, l’esperto intrecciatore.

Ponte: l’anima dei pescatori e dei commercianti

Il pittaggio Ponte è costituito da tutta la parte restante di Via Garibaldi che culmina poi in Piazza Fontana. Si chiama così per il forte legame con l’antico Ponte di Pietra, e le sue strade strette raccontano storie di mercanti e di scambi commerciali, di gente che si ingegnava quotidianamente per portare il pane a casa. Tanti i pescatori che avevano casa in questo quartiere, la Chiesa di San Domenico era il suo punto di riferimento.

Taranto Pittaggi
Foto ilperiegeta.blog

Vicoli e palazzi che ci fanno immergere nell’atmosfera unica di questi quartieri che, nonostante il tempo, conservano ancora oggi la magia di un’epoca passata.